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232 | LA TESEIDE |
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Videvi storie per tutto dipinte,
In tra le qua’ con più alto lavoro
Della sposa di Nin vidde distinte
L’opere tutte, e vidde a piè del moro
Piramo e Tisbe, e già le gelse tinte:
E ’l grand’Ercole vidde tra costoro
In grembo a Jole, e Bibli dolorosa
Andar pregando Cauno pietosa.
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Ma non vedendo Vener, le fu detto,
Nè conobbe da cui: in più segreta
Parte del tempio si sta a diletto:
Se tu la vuoi, per quella porta, cheta
Te n’entra: ond’essa, senza altro rispetto,
In abito qual’era mansueta,
Là si appressò per entrar dentro ad essa,
Per l’ambasciata fare a lei commessa.
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Ma essa lì nel primo suo venire
Trovò Ricchezza la porta guardare;
La qual le parve assai da riverire:
E lasciata da lei quiv’entro entrare,
Il luogo vide oscur nel primo gire;
Ma poca luce poscia per lo stare
Vi prese, e vide lei nuda giacere
Sopra un gran letto assai bello a vedere.