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218 | LA TESEIDE |
20
Adunque posto sotto grave pena
Lo stare in pace per cosa che avvegna
A tutti gli altri, Teseo ne gli mena
Seco per via onorevole e degna
Per la cittade d’allegrezza piena,
Dove col padre insiememente regna:
E come prima, insieme assai contenti
Li re si stavan tutti e le lor genti.
21
E posto che l’un l’altro conoscea
Col qual dovea le sue forze provare,
Nulla divisïon vi si vedea
Però in alcun allo adoperare:
Anzi ciascuno, quanto più potea,
A quelli, a qua’ doveva incontro andare,
Con tutto cuor di piacer s’ingegnava:
Così in ben con festa vi si stava.
22
Già era il dì al quale il dì seguente
Combatter si dovea, quando gl’Iddii
Palemone ed Arcita umilemente
Giro a pregare con affetti pii,
Sopra gli altari stando fuoco ardente
Incensi diero, e con sommi disii
Dier preghi a tutti, che ciascun gli atasse
Il dì seguente in ciò che bisognasse.