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198 LA TESEIDE


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Evandro nato su nell’alto colle
     Cillenio di Carmenta, e di colui
     Che l’anime da’ corpi morti tolle,
     In ozio star con li popoli sui
     Nella steril Nonacria non volle;
     Ma per mostrar la sua potenza altrui,
     Essendo ancora prospero e regnante,
     Con molti suoi baron giunse festante.

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Egli era su tessalico destriere
     Co’ suoi insieme andando baldanzoso;
     Ed era armato d’armi forti e fiere,
     E un cuoio, per mantel, d’orso piloso
     Libistrico, le cui unghie già nere
     Sott’oro eran nascose luminoso,
     E de’ suoi molti avean tal copritura,
     E di leone alcun la pelle dura.

37


Altri avean pelli di tori lunati,
     Tutte di chiari lembi circuite;
     Alquanti v’eran in cinghiar fasciati,
     Nullo n’aveva con armi pulite:
     E così insieme tutti divisati
     Circuivano Evandro, come udite:
     Il qual dall’una man saette aveva,
     Dall’altra un arco ed il caval reggeva.