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LIBRO QUARTO 139


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Incominciò il nobile Penteo,
     Ammaestrato da fervente amore,
     Sì a servir sollecito Teseo,
     Ed a ciascun degli altri, per onore,
     Che egli in tutto suo segreto il feo,
     Amando lui più ch’altro servitore,
     E simile l’amava la regina
     Di buon amore, ed anco la fantina.

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E benchè la fortuna l’aiutasse,
     E fosse a lui benigna ritornata,
     Mai dal diritto senno lui non trasse,
     Nè ’l fece folleggiare una fïata:
     E posto che ferventemente amasse,
     Sempre teneva sua voglia celata,
     Tanto che alcun non se n’accorse mai,
     Benchè facesse per amore assai.

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Siccome i’ dico, saviamente amava,
     Nè si lasciava a voglia trasportare,
     Ed a luogo ed a tempo rimirava
     Emilia bella, e ben lo sapia fare;
     Ed ella savia talor se n’andava
     Mostrando non saper che fosse amare:
     Ma pur l’età già era innanzi tanto
     Ch’ella di ciò ne conosceva alquanto.