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LIBRO TERZO | 117 |
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Così piangean con amari sospiri
Li duo compagni forte innamorati,
E parean divenuti due disiri
Di pianger forte, sì eran bagnati;
Perchè, tra lor crescendo i lor martiri,
Da’ lor valletti furon rilevati,
E delle lor follie forte ripresi,
Nel mostrarsi d’amor cotanto accesi.
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Allora i due compagni si levaro
Per le parole de’ loro scudieri,
Ed amenduni stretti s’abbracciaro
Di buon amore e di cuor volentieri,
E poi appresso in bocca si baciaro,
E più che prima nel lagrimar fieri,
Con rotta voce si dissono addio:
E così Arcita quindi si partio.
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Nulla restava a far più ad Arcita
Se non di girsen via, e già montato
Era a caval per far sua dipartita,
Fra sè dicendo: o lasso sventurato,
Tanto fosse a Dio cara la mia vita,
Che solo un poco il viso dilicato
Di Emilia vedessi anzi il partire;
Poi men dolente me ne potrei gire.