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LIBRO SECONDO | 89 |
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Poi fra sè disse: i’ fare’ gran peccato,
Nullo di loro essendo traditore:
Ed in sè stesso fu diliberato
Che gli terrà prigion per lo migliore:
E tosto al prigioniere ha comandato
Che ben gli guardi e faccia loro onore:
Così da lui Arcita e Palemone
Dannati furo ad eterna prigione.
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Li prigion tutti furon carcerati,
E dati a guardia a chi ’l sapea ben fare:
E questi due furon riserbati,
Per farli alquanto più ad agio stare,
Perchè di sangue reale eran nati,
E felli dentro al palagio abitare,
E così in una camera tenere,
Facendo lor servire a lor piacere.