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88 COMENTO DEL BOCCACCI

m’accorgo che la vita mia ti piace e dilettati, vuogli provare chente sia la mia fortuna? Al quale avendo Damocle risposto, sè sommamente desiderarlo, comandò Dionisio, che esso fosse posto sopra un letto di preziosissimi ornamenti coperto, e quindi comandò gli fosse apparecchiata una ricchissima mensa, e preposto per servidori fanciulli bellissimi, i quali sollecitamente ad ogni suo comandamento il servissero; e quindi gli fece apporre preziosissimi unguenti e corone, e intendere soavissimi odori, e apportare esquisite vivande: per le quali cose a Damocle pareva esser fortunatissimo. Ma Dionisio, nel mezzo di così ricco apparecchiamento, comandò che un coltello appuntatissimo, legato con una setola di cavallo, fosse appiccato alla trave della casa sopra la testa di Damocle, in maniera che la punta di quello sopra Damocle pendesse: per la qual cosa Damocle veduto quello, nè a’ bellissimi servidori, nè al reale apparecchiamento riguardava, nè stendeva la mano alle dilicate vivande, e già gli cominciavano a cadere di testa le preziose ghirlande: laonde egli caramente pregò Dionisio, che egli con sua licenza si potesse quindi partire, perciocchè più non volea quella beatitudine: in che assai bene mostrò Dionisio chente fosse la sua beatitudine, e degli altri che in simile fortuna eran con lui. Fu oltre a questo costui non solamente occupatore e violento de’ beni del prossimo, ma ancora sprezzatore degl’iddii e sacrilego. Esso, secondochè Valerio Massimo scrive, avendo in Locri spogliato e rubato il tempio di Proserpina, e con la preda tornando in Cicilia, e