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84 COMENTO DEL BOCCACCI

bri e a’ Sicambri, i quali non senza suo gran pericolo vinti, messi nelle sue mani molti de’ suoi, i quali estimò più valorosi, sotto il governo di Poliperconte, il suo esercito ne mandò in Babilonia; ed esso pervenuto alla città d’un re chiamato Ambigeri, lui, ancora che molti con saette avvelenate n’uccidesse, vinse: e di quindi venendo alla seconda del fiotto del mare, pervenne alla foce del fiume chiamato Indo; e quindi per terra venendone se ne tornò a Babilonia, dove sposò Rosanne, l’una delle figliuole del re Dario. E mentre che esso tornava, gli fu nel cammino nunziato, come gli ambasciadori de’ Cartaginesi e degli altri popoli d’Affrica, e di più città di Spagna, di Gallia, d’Italia, di Sardegna e di Cicilia, lui attendevano in Babilonia, i quali spaventati dalle gran cose che da lui fatte si dicevano, desideravano la grazia e l’amistà sua, I Romani non vi manda rono; anzi ne fa Tito Livio nel libro ottavo ab urbe condita quistione, se esso fosse in Italia venuto, se i Romani avessero potuto resìstere alle sue forze o no; e per più ragioni mostra che i Romani, e si sarebber da lui difesi, e forse l’avrebbero cacciato. Quivi in Babilonia, da Cassandro figliuolo d’Antipatro, si crede gli fosse dato veleno, del quale infra pochi dì morì, e lasciò che il corpo suo ne fosse portato in Libia nel tempio di Giove Ammone, e quivi seppellito. Fu costui, quantunque vittorioso e magnifico signore, come assai appare nelle sue opere, occupatore non solamente delle piccole fortune degli uomini, ma de’ regni e delle libertà degli uomini: violentissimo, e oltre a ciò crudelissimo vendicatore, non solamente de’ nemici