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SOPRA DANTE 83

donia. Essendo giovane di grande e di ardente animo, primieramente i Greci ribellantisi si sottomise, e disfatta la città di Tebe, a dare compimento alla guerra contro a quegli di Persia, da Filippo suo padre cominciata, diede opera: e fatti uccidere quasi tutti i suoi parenti, di cui suspicava non movessero in Macedonia alcuna novità, essendo egli lontano, con quattromiladugento cavalieri, e con trentaduemigliaia di pedoni, non solamente Asia ma tutto il mondo ardì d’assalire; e pervenuto in Frigia, ed entrato in una città chiamata Gordia, e quivi nel tempio di Giove domandato il giogo del carro di Gordio, s’ingegnò di sciogliere i legami di quello; perciocchè udito avea che gli oracoli antichi avevan detto, che chi quegli sciogliesse sarebbe signor d’Asia: e non trovando il modo da sciogliergli, messo mano ad un coltello, gli tagliò, e così gli sciolse: quindi passato il monte Tauro, in più parti con infinita moltitudine di gente di Dario, e con Dario medesimo più volte combattè, e fu sempre vincitore; e avendo presa la moglie e’ figliuoli, e ultimamente sentendo Dario da’ suoi medesimi essere stato ucciso, prese Persia, e quindi ricevuto Egitto e Cilicia, e andato in Libia al tempio di Giove Ammone, e ingegnatosi con inganni di farsi reputare figliuolo del detto Giove, vinte molte altre nazioni trapassò in India: quivi vinto Poro re e molte nazioni, e più città edificate in testimonianza delle sue vittorie, e lasciati prefetti dove credette opportuno, andò ad Agesine fiume, altri dicono a Gange, per lo quale si discende nel mare Oceano orientale; e quivi soggiogate alcune nazioni, navicò agli Am-