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SOPRA DANTE 57

ciocchè vende l’uso della cosa la quale di sua natura non può fare alcun frutto, cioè de’ danari, altra via tiene, in quanto fa quello che detto è, cioè che i denari faccian frutto, i quali di sua natura in alcuno atto far non possono, e perciò tiene altra via che non fa la natura o l’arte, appare assai manifestamente che esso, Per sè, cioè dall’una parte, natura, supple dispregia e ha a vile, e per la, cioè dall’altra parte, sua seguace, cioè l’arte la quale è, come di sopra è mostrato, seguace della natura, Dispregia, e così offende le cose di Domeneddio, poichè in altro pon la spene, cioè in altra spezie d’avanzare e d’accumulare danari. Ma seguimi oramai. Qui comincia la settima e ultima parte del presente canto, nella quale l’autore descrive per due dimostrazioni l’ora del tempo o del dì. Dice adunque Virgilio, poichè dichiarato ha il dubbio mossogli, Ma seguimi oramai, quasi voglia dire, assai abbiam parlato sopra la materia del tuo dubbio, aggiugnendo ancora, che ’l gir mi piace: e soggiugne piacergli l’andare per l’ora che era, la qual dimostra primieramente dal luogo del sole, il qual descrive esser propinquo all’orizzonte orientale del nostro emisperio, e così essere in sul fairsi dì; e dimostralo per questa descrizione, Che i pesci guizzan, cioè quel segno del cielo il quale noi chiamiamo pesci. Ad evidenza della qual descrizione è da sapere che tra gli altri cerchi, i quali gli antichi filosofi immaginarono, e per esperienza compresero essere in cielo, n’è uno il quale si chiama zodiaco; ed è detto zodiaco da zoas, quod est vita, in quanto da’ pia-