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SOPRA DANTE | 43 |
s’intenda, questi cotali peccatori esser più e men tormentati, secondochè hanno più e meno offeso, siccome apparirà là dove tormentati gli descrive. E mostrato della violenza che si può fare nel prossimo e nelle sue cose, dimostra quello che l’uom può fare in sè medesimo e nelle sue cose, e quello che di ciò gli segua, e dice,
Puote uomo avere in sè man violenta,
uccidendosi col coltello o col capestro, come molti hanno già fatto, E ne’ suoi beni, giucando quegli; e però nel secondo Giron, de’ tre predetti, convien, che senza prò si penta, sostenendo gravissimi tormenti. E questo detto, sè medesimo dichiara con più aperto parlar dicendo,
Qualunque priva sè del vostro mondo,
uccidendosi come detto è, Biscazza, e fonde, consuma, la sua facultade, cioè la sua ricchezza, e per conseguente, E piagne, d’aver così fatto, là dove esser dee giocondo, avendole guardate e servate come si convenia. E mostrato della violenza, la quale l’uomo può fare in sè medesimo e nelle sue cose, e quello che di ciò gli segua, viene a dimostrare come si possa far violenza a Dio e alle cose sue, e dice, Puossi, da violenza, far forza nella deitade,
Col cuor negando e bestemmiando quella,
come molti o adirati, o per mostrar di non temere Iddio, non che altrui, fanno, E, appresso si può far forza nelle cose di Dio, spregiando natura e sua bontade, cioè adoperando contro alle naturali leggi, come assai bestialmente fanno. E però lo minor gi-