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SOPRA DANTE 37

luogo dove le superfluità del ventre si dipongono, per divino giudicio, siccome per tutti universalmente si credette, per le parti inferiori gittò e mandò fuori del corpo tutte le interiora, e così miseramente nel luogo medesimo spirò: e per questo l’autore estima, lui essere stato eretico di quella eresia che detta è, e perciò qui il dimostra tra gli altri eretici esser dannato; dicendo lui essere stato da Potino predetto tratto della via diritta, cioè della fede cattolica, dalla quale n’è mostrato, e credendola siam menati per la diritta via, la quale ne perduce in vita eterna. Lo nostro scender convien. Qui comincia la seconda parte di questo canto, nella quale l’autore descrive distintamente la esistenza dell’inferno, e ancora la qualità de’ peccatori, i quali deono procedendo trovare, e dice: Lo nostro scender, alle parti inferiori, convien che sia tardo; cioè adagio; e dimostra la ragion perchè, dicendo, , che s’ausi in prima, che noi vi giugnamo, un poco il senso, dell’odorato, Al tristo fiato, cioè puzzo; e poi, che adusato sarà alquanto, non fia riguardo, cioè non bisognerà di molto curarsene, quia assuetis, non fit passio. E nel vero e’ si vuole a così fatte cose andar con discrezione, perciocchè assai già hanno gravissime alterazioni ricevute per lo entrar subito in luoghi o molto odoriferi o mollo fetidi; perciocchè l’uno e l’altro offende il cerebro forte, quando il senso di colui che entra in essi non è familiare, o degli odori o de’ puzzi: Così il maestro, supple disse: ed io: alcun compenso,

Dissi lui, truova, che ’l tempo non passi

Perduto, questo fu ottimamente detto, e in ciò ciascu-