Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/44

36 COMENTO DEL BOCCACCI

seppelliti in grandissime sepolture ardenti, ove, cioè al quale avello, io vidi una scritta, siccome veder si suole nelle sepolture,

Che diceva: Anastasio papa guardo,

quasi l’avello parlasse in dimostrazione di chi v’era seppellito, Lo qual, Anastasio, trasse Fotin della via dritta: dove è da sapere che questo Anastasio fu di nazione Romano, e figliuolo d’uno il quale fu chiamato Fortunato, e negli anni di Cristo 499 eletto papa, ma poco tempo visse nel papato: e avendo costui singolare familiarità con uno il quale fu chiamato Fotino, e che primieramente era stato diacono di Tessaglia, e poi fu fatto vescovo di Gallo-Grecia, una contrada in Asia molto rimota dal mare: fu adunque da questo Fotino corrotto e tratto dalla cattolica fede, e cadde in una abbominevole eresia, della quale era stato inventore e seminatore uno chiamato Acazio, singulare amico di Fotino: ed era l’eresia questa, che questo Acazio affermava Cristo non essere stato figliuol di Dio, ma di Giuseppe, e che esso carnalmente giacendo con la Vergine Maria l’aveva acquistato; e così non era vero che la Vergine Maria fosse vergine innanzi il parto e dopo il parto, come i cattolici cristiani fermamente credono: per la quale eresia il detto Fotino fu dannato, e rimosso dalla comunione de’ cristiani. E volendolo questo papa Anastasio riducere nella comunione cristiana, essendosi contro a ciò levati molti santi padri, e a questo resistendo; avvenne che, essendo il detto papa seduto già un anno, e undici mesi e ventitrè dì, andato al segreto