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SOPRA DANTE 31

re alcuna sua ragione alla chiesa. Fu gran letterato, e nella Magna fu reputato da molto, e gl’infedeli avevan gran paura di lui. Ebbe di diverse femmine più figliuoli, de’ quali così de’ non legittimi, come dei legittimi, fece da cinque o vero sei re: ed essendogli stato da un suo astrolago predetto che egli morrebbe in Fiorenza, sempre si guardò di venire in questa città: poi avvenendo che egli infermò in Puglia, da Manfredi allora prenze di Taranto, suo figliuolo naturale, e da altri suoi baroni, ne fu così infermo portato in una terra in Puglia la quale ha nome Fiorenza; e quivi crescendo la infermità, domandò dove egli fosse; ed essendogli risposto che egli era in Fiorenza, si dolse forte, e subitamente si giudicò morto, e cosi disse a’ suoi. Poi comechè la infermità l’aggravasse forte, vogliono alcuni, che l’ultima notte che fece in terra, che il prenze Manfredi, per desiderio d’avere il mobile suo, gli ponesse un primaccio in su la bocca, e facessel morire: e così scomunicato e in contumacia di santa chiesa fini in Fiorenza i giorni suoi: e perciocchè egli vivendo, in assai cose aveva mostrato tenere, che l’anima insieme col corpo morisse, il pone l’autore in questo luogo esser dannato con gli epicurii, chiamandolo Federigo secondo, perciocchè fu il secondo imperadore che avesse nome Federigo, E ’l Cardinale; par qui che tutti s’accordino che l’autore, il qual non nomina questo cardinale, voglia intendere del cardinale Ottaviano degli Ubaldini: e perciocchè egli fu uomo di singulare eccellenza, voglia che dicendo semplicemente cardinale s’intenda di lui, il quale, secondochè alcuni scrivono, tenne