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254 | COMENTO DEL BOCCACCI |
qui di terzo in terzo si vede, E chiama l’autor qui questo suo libro commedia, la quale è una specie di poesia; e perciocchè d’essa nel principio della presente opera fu pienamente trattato, non curo qui di dirne più avanti: poi l’autore fatto il giuramento, dice quello che esso vide, e continuandosi al giuramento precedente dice, Ch’io vidi per quell’aer grosso, siccome pieno di vapor fetidi, i quali non aveano onde svaporare di quel luogo, e scuro senza luce,
Venir notando una figura in suso,
per quel fiume, nel quale Virgilio avea gittata la corda, e dice che questa figura era,
Maraviglìosa ad ogni cuor sicuro;
orribil cosa adunque doveva essere ed era, siccome esso medesimo dimostra nel principio del seguente canto; appresso per una comparazion dimostra, come questa figura notando venisse suso, e dice, siccome torna colui cioè quel marinaro, che va giuso, al fondo del mare, Talvolta a solver, cioè a scioglier, l’ancora, l’ancora è uno strumento di ferro, il quale dall’un de’ lati ha più rampiconi, e dall’altro ha un anello, per lo quale si lega alla fune che il manda giù nel fondo del mare, e di quello il ritira su, ch’aggrappa, cioè piglia,
O scoglio o altro che nel mare è chiuso,
cioè ascoso, usano i marinari quando vengono nei porti con i lor legni, acciocchè il vento non gli sospinga in terra, gittare in mare nella parte opposita alla terra alcune ancore, e queste co’ rampiconi loro si ficcano nel fondo del mare; ed essi poi quella sar-