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SOPRA DANTE 245

pre si ragionava di cortesia, e d’opere leggiadre e laudevoli: e questo è quello di che costui domanda se più in Firenze s’usa, conciosiacosachè alli lor tempi s’usasse, desiderando di saperlo dall’autore, comechè Guiglielmo Borsiere, il quale visse sì lungamente, che mostra che a’ suoi tempi quella usanza vedesse, e così ancora la vedesse intralasciata: e a questa domanda fa l’autore la seguente risposta:

La gente nuova, e i subiti guadagni
Orgoglio, e dismisura han generata,
Fiorenza, in te, sì che tu già ten piagni.
Così gridai con la faccia levata:

dice adunque che la nuova gente, intendendo per questa coloro i quali oltre agli antichi divennero abitatori di Firenze; e siccome io estimo, esso dice questo per molti nuovi cittadini, e massimamente per la famiglia de’ Cerchi, i quali poco davanti a’ tenpi dell’autore erano venuti del Pivier d’Acone1 ad abitare in Firenze; e subitamente per l’esser bene avventurati in mercatanzie erano divenuti ricchissimi, e da questo orgogliosi e fuor di misura: e perciocchè, come altra volta è stato detto, erano salvatichetti, poco con gli altri cittadini comunicavano, e in questo aveano in parte ritratto indietro il buon costume delle brigate: e oltre a ciò per la loro alterigia aveano Firenze divisa, come davanti è stato mostrato, e aveanla In sì fatta guisa divisa, che la città già se ne dolea, in quanto molti scandoli e molti mali, e uccisioni e ferite e zuffe v’eran seguite; la qual

  1. Del piever d’Aconi.