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SOPRA DANTE 17

piccola masnada avuta da Manfredi con la sua insegna, in parte che tutti erano stati tagliati a pezzi, e la insegna ec. La qual novella come fu in Firenze, sentendo i guelfi che i ghibellini con le masnade del re Manfredi ne venieno verso Firenze, senza aspettire alcuna forza, con tutte le famiglie loro, a dì 13 di settembre 1260, se ne uscirono: e poi avendo il re Carlo primo avuta vittoria, e ucciso il re Manfredi, tutti vi ritornarono, e i ghibellini se n’uscirono fuori; de’ quali mai poi per sua virtù o operazione non ve ne ritornò alcuno: per la qual cosa dice l’autore, Se e’ fur cacciati, i miei antichi da voi, e’ tornar d’ogni parte, dove che si fossero,

Risposi lui, e l’una, e l’altra fiata,

come di sopra è stato mostrato: Ma i vostri, cioè gli Uberti, i quali Con gli altri ghibellini furon cacciati, quando la seconda volta vi ritornarono i guelfi, non appreser ben quell’arte, cioè del ritornare, perciocchè come detto è mai non ci tornarono, nè per quel che appaia sono per ritornarci. Allor surse. Qui comincia la quarta particella di questa terza parte principale, nella quale l’autore mostra come un’altra anima surgesse, e dimandasselo d’alcuna cosa, nè gli rispondesse; e però dice, Allor, mentre io rispondea, come detto è, a messer Farinata, surse, si levò, alla vista scoperchiata, cioè infìno a quella parte della sepoltura non coperchiata, della qual si poteva veder di fuori,

Un ombra, lungo questa, insino al mento:

non si levò diritta in piè, come s’era levato mes-

com. di dante T. III. 2