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236 COMENTO DEL BOCCACCI

tro al suo consiglio si facesse; dal quale non creduto nè voluto, ne segui la sconfitta a Monte-Aperti.

Ed io, che posto son con loro in croce,

cioè a questo tormento, Jacopo Rusticucci fui; fu costui messer Jacopo Rusticucci, il quale non fu di famosa famiglia, ma essendo ricco cavaliere, fu tanto ornato di belli costumi, e pieno di grande animo e di cortesia, che assai ben riempiè, dove per men notabile famiglia pareva voto; e certo

La fiera moglie, più, ch’altro mi nuoce,

in ciò, che io sia dannato a questo tormento. Dicono alcuni, che costui ebbe per moglie una donna tanto ritrosa e tanto perversa, e di sì nuovi costumi e maniere, come assai spesso ne veggiamo, che in alcuno atto con lei non si poteva nè stare nè vivere; per la qual cosa il detto messer Jacopo, partitosi da lei, stimolandolo l’appetito carnale, egli si diede alla miseria di questo vizio: e questo si può creder che facesse, quella vergogna temendo che i cherici mostrano di temere, più del biasimo degli uomini curando che dell’ira di Dio; e per quello acquistò di dovere nella perdizione eterna avere questo supplicio: non deono adunque gli uomini esser molto correnti a prender moglie, anzi deono con molto avvedimento a ciò venire; perciocchè dove elle si deono prendere per aver figliuoli, e consolazione e riposo in casa, assai spesso avviene, che per lo strabocchevolmente gittarsi a prender qualunque femmina, l’uomo si reca in casa fuoco inestinguibile, e battaglia senza tregua. Recita san Geronimo in un li-