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SOPRA DANTE 15

quità vendicare; e così molti ne furono in aiuto e in sussidio di Ghibellino; e tanto procedette la cosa avanti, che quasi tutta Alamagna fu divisa, e sotto questi due nomi Guelfo e Ghibellino guerreggiarono. Nè stette questa maledizione contenta a’ termini della Magna, ma trapassò la fama d’essa in Italia, la quale udita dalla contessa Matelda e conoscendo la innocenza di Gulfo, eia iniquità di Ghibellino, in aiuto di quelli che vendicar voleano la morte di Gulfo mandò grandissimo sussidio, nel quale furono molti nobili uomini italiani: e perciocchè per avventura in Italia erano similmente delle divisioni, quantunque senza alcun notabile nome fossero, assai di quegl’Italiani, che d’altro animo erano che coloro i quali erano andati a vendicar Guelfo, andarono dalla parte avversa, mossi da questa ragione, che se avvenisse agli avversarii loro d’aver bisogno d’aiuto contra di loro, pareva loro essi con l’avere aiutata la parte di Guelfo aver dove ricorrere; e perciò, acciocchè a loro similmente non fallasse ricorso se bisognasse, andarono nell’aiuto di Ghibellino: e poi l’una parte e l’altra tornatisene di qua, ne recarono questi soprannomi, cioè quelli che in aiuto della parte di Guelfo erano andati si chlamaron guelfi, e gli altri ghibellini. Ed essendo questa pestilenza per tutta Italia distesa, divenne nella nostra città potentissima; e per la uccisione stata fatta d’un nobile cavaliere, chiamato messer Bondelmonte, mise maravigliosamente le corna fuori; e quegli che co’ parenti del cavaliere ucciso teneano si chiamaron guelfi, de’ quali furon capo i Bondelmonti, e la parte degli uccidi-