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SOPRA DANTE 13

come più distesamente si narrerà nel canto XV. del Paradiso,

Ond’ei levò le ciglia un poco in soso;

sogliono fare questo atto gli uomini quando odono alcuna cosa, la quale non si conformi bene col piacere loro, quasi in quello levare il viso in su, di ciò che odono si dolgono con Domeneddio, o si dolgano di Domeneddio:

Poi disse: fieramente furo avversi,

cioè contrarii e nemici, perciocchè guelfi erano, A me, in singularità, e a’ miei primi, cioè a’ miei passati, e a mia parte, era, come di sopra è detto, la parte di costui quella che ancora si chiama parte ghibellina, della qual parte, e della opposita, e della loro origine, par di necessità di parlare alquanto diffusamente, acciocchè poi dovunque se ne tratterà in questo libro appresso, senza avere a replicare s’intenda. Sono adunque in Italia già è lungo tempo perseverate, con grandissimo danno e disfacimento di molte famiglie, e città e castella, due parti, delle quali l’una è chiamata parte guelfa e l’altra ghibellina, e hannosi sì fervente odio portato l’una all’altra, che nè gittare le proprie sustanze, nè il perder gli stati, nè il metter sè medesimi a pericolo e a morte pare che curati si sieno: e questi due nomi, secondochè recitava il venerabile uomo messer Luigi Gianfigliazzi, il quale affermava averlo avuto da Carlo quarto imperadore, vennero della Magna, là dove dice nacquero in questa forma. Fu in Italia, già son passati dugento anni, una nobile donna e di grande animo, e abbondantissima di baronie e delle