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SOPRA DANTE 197

della testa dell’oro di questa statua è disegnata, cioè dopo l’esser cacciati i primi parenti di paradiso; volendo per questa rottura intendersi la rottura della integrità della innocenza, o della virtuosa e santa vita, le quali col malvagio adoperare, e col trapassare i comandamenti di Dio, son rotte e viziate; e da queste eccettua l’autore la parte dell’oro, mostrando non essere alcuna rottura in quella, perciocchè fu tutta santa e obbediente al comandamento divino; e così dobbiam comprendere, che le malvage operazioni e inique degli uomini, di qualunque paese o regione, sono state cagione e sono delle lagrime le quali caggiono dalle dette rotture, cioè de’ dolori e delle afflizioni, le quali per le commesse colpe dalla divina giustizia ricevono i dannati in inferno: mostrandone appresso queste cotali lagrime, cioè mortali colpe, dal presente mondo discendere nella misera valle dell’inferno, con coloro insieme i quali commesse l’hanno: e in inferno, cioè nella dannazione perpetua, fare quattro fiumi, cioè quattro cose per le quali si comprende l’universale stato de’ dannati: e nomina questi quattro fiumi, il primo Acheronte, il secondo Stige, il terzo Flegetonte, il quarto e ultimo Cocito; volendo per Acheronte intendere la prima cosa, la quale avviene a’ dannati. È Acheronte, come di sopra alcuna volta è stato detto, interpetrato senza allegrezza; per la quale interpetrazione, assai chiaro si conosce colui, il quale per lo suo peccato discende in perdizione, avanti ad ogni altra cosa perdere l’allegrezza dell’eterna beatitudine, la quale gli era apparecchiata, se voluto avesse seguire i comandamenti di Dio: