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196 COMENTO DEL BOCCACCI

adunque questo piede essere il destro, a dimostrarne che ogni cosa naturalmente si ferma sopra quella cosa, sopra la quale crede più dovere perseverare in essere; e perciò questa statua si ferma più in sul destro piè, perciocchè nel destro piè, e in ciascuno altro membro destro, è più di forza che ne’ membri sinistri, come di sopra è dimostrato: ma questa fermezza non può molto durare; perciocchè quantunque la terra cotta sostenga alcun tempo alcuna gravezza, nondimeno perseverando pure il peso, ella scoppia, e dividesi e rompesi, e così cade, e spezzasi ciò che sopra v’era fermato. E così ne dimostra il corso del tempo, fermato sopra così fragile materia, non dovere omai lungamente perseverare, ma vegnendo il dì novissimo, appresso il quale Domeneddio dee, secondochè nell’Apocalissi si legge, fare il cielo nuovo e la terra nuova, nè più si produceranno uomini nè altri animali, verrà la fine di questo tempo: il qual tempo, perciocchè è stato comune ad ogni nazione, l’ha voluto in questa statua l’autore dimostrare in luogo ad ogni nazion comune, come davanti è dimostrato. Poi deducendosi l’autore alla intenzion sua finale dice, che ogni parte di questa statua, fuori che quella la quale è d’oro, è rotta d’una fessura, dalla quale gocciolano lagrime, intendendo per questo mostrarne che per tutto questo che poetando ha descritto abbia detto, cioè per farne chiari, da qual cagione nata sia l’abbondanza delle miserie infernali; la qual cagione, acciocchè non si creda pur ne’ presenti secoli avere avuta origine dice, che incominciò infino in quella qualità di tempo, la quale appresso