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192 COMENTO DEL BOCCACCI

non hanno alcuno altro termine che la morte, la quale è fine di tutte le cose: appresso dice, che tiene volte le spalle verso Damiata, la quale sta a Creti per lo levante, volendo per questo mostrare il natural processo e corso delle cose mondane, le quali come create sono, incontanente volgono le spalle al principio loro, e cominciano ad andare, e a riguardare verso il fine loro; e per questo riguarda verso Roma, la quale sta a Creti per occidente; e dice la guata come suo specchio. Sogliono le più delle volte le persone specchiarsi per compiacere a sè medesime della forma loro; e così costui, cioè questo corso del tempo, guarda in Roma, cioè nelle opere de’ Romani, per compiacere a sè medesimo di quelle le quali in esso furon fatte, siccome quelle che tra l’altre cose periture fatte in qualunque parte del mondo furono di più eccellenza, e più commendabili e di maggior fama: e oltre a ciò si può dir vi riguardi per dimostrarne che, poichè le gran cose di Roma, e il suo potente imperio è andato e va continuo in diminuzione, così ogni cosa dagli uomini nel tempo fatta, similmente nel tempo perire e venir meno. Susseguentemente dice, questa statua esser di quattro metalli e di terra cotta, primieramente dimostrando questa statua avere la testa di fino oro; volendo, che come la testa è nel corpo umano il principale membro, così per essa noi intendiamo il principio del tempo e quale esso fosse: e noi abbiamo per lo Genesi, che nella prima creazion del mondo, nella quale il tempo che ancora non era fu creato da Dio, fu similmente creato Adamo, per lo quale