Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/185


SOPRA DANTE 177

di poterlo, entrando dentro trapassare: e questo sogliare è quello della prima parte dell’inferno, sopra la quale è scritto Per me si va ec.

Cosa non fu dalli tuoi occhi scorta,

cioè veduta,

Notabil come lo presente rio,

che uscendo della selva qui corre, e Che sopra sè tutte fiammelle, di quelle che quivi continuamente piovono, ammorta, cioè spegne.

Queste parole fur del duca mio:

cioè quelle che dette sono, Cosa non fu ec. Perch’io ’l pregai che mi largisse, cioè donasse, il pasto, cioè che egli mi facesse chiaro, perchè questo ruscello fosse la più notabil cosa che io veduta avesse per infìno a qui in inferno,

Di cui largito m’aveva ’l disio,

cioè fatto nascer desiderio di sapere. Per lo qual prego dell’autore, Virgilio incomincia a descrivergli l’origine de’ detti fiumi così.

In mezzo ’l mar siede un paese guasto,
Diss’egli allora, che s’appella Creta,

Creti è una isola dell’Arcipelago, ed è una delle Cicladi, e perciò dice che ella siede in mezzo mare, perche ella è, siccome ogni altra isola, intorniata dall’acque del mare: e chiamala paese guasto, e così è, per rispetto a quello che anticamente esser solea, perciocchè d’essa scrivono gli antichi, che ella fu nobilissima isola, di molti e nobili abitanti, di molte città, e fruttuosissima molto; e fu dinominata Creti da un re il quale ella ebbe che si chiamò Cres. Oggi la tengono i Veneziani tirannescamente, e han-

com. di dante T. III. 12