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174 COMENTO DEL BOCCACCI

sforzati con tutte le tue folgori contra di me: tu se’ pur forte a spaventare le paurose fanciulle co’ tuoni. Le quali parole, e forse molle altre, mossero gli iddii a dolersi; ma Giove ridendosene, cominciato il cielo a turbare e a tonare, piovendo di forza, e continuamente cadendo folgori, una ne cadde sopra Capaneo, della quale essendo il corpo suo tutto acceso, stette in piede, e conoscendo sè morire, guardava in qual parte si dovesse lasciar cadere che più offendesse cadendo i nemici: e in questa guisa cessò ad un’ora la vita e la superbia sua. Premesse adunque le predette cose, soggiugne l’autore quello che da Virgilio detto gli fosse dicendo,

Allor lo duca mio parlò di forza
Tanto, ch’io non l’avea sì forte udito:

parlare infino a questo punto:

O Capaneo, in ciò, che non s’ammorza,

cioè s’attuta per martirio che tu abbi,

La tua superbia, se’ tu pù punito:

e soggiugne la cagione perciocchè, Nullo martiro quantunque grande, fuor che la tua rabbia, con la quale oltre al fuoco che t’affligge tu ti rodi te medesimo,

Sarebbe al tuo furor dolor compito.

Poi si rivolse. Qui comincia la quarta parte del presente canto, nella quale poichè ha dimostrato chi fosse questo grande del quale di sapere desiderava, per certe circunlocuzioni Virgilio più pienamente gliele dichiara: dice adunque, Poi, che così di forza ebbe parlato a quello arrogante spirito, si rivolse