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SOPRA DANTE 159

loro: nella terza domanda d’alcun di quei dannati, e il dannato medesimo gli risponde in parte: nella quarta Virgilio più pienamente gli dichiara chi è colui, e di cui domandato avea: nella quinta l’autore dice, dove ammonito da Virgilio divenisse: nella sesta Virgilio gli descrive l’origine de’ fiumi infernali: nella settima l’autore fa una quistione a Virgilio, e Virgilio gliele solve: nella ottava e ultima l’ammonisce Virgilio, come di dietro a lui vada: la seconda comincia quivi: O vendetta di Dio: la terza quivi: Io cominciai: maestro: la quarta quivi: Poi si rivolse a me: la quinta quivi: Or mi vien dietro: la sesta quivi: Tra tutto l’altro: la settima quivi: Ed io ancor, maestro: la ottava quivi: Poi disse omai. Dice adunque primieramente così, Poichè la carità, cioè l’amore, del natio loco, cioè della patria, perciocchè egualmente eravamo amenduni Fiorentini, Mi strinse, che altra cagione non v’era, ragunai le frondi sparte, per l’impeto delle cagne, le quali aveano lacerato Giacomo da santo Andrea, come di sopra è detto nella fine del precedente canto, E rende’le, secondochè pregato avea, a colui, cioè a quello spirito rilegato in quel bronco, ch’era già fioco, per lo gridare e trarre guai: Indi, fatto questo, venimmo al fine onde si parte Lo secondo giron dal terzo, che è all’uscire di questo bosco: ed è questo secondo girone la seconda parte del settimo cerchio dell’inferno, e dove

Si vede di giustizia orribil’arte,

cioè crudele e rigida.

A ben manifestar le cose nuove,