Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/152

144 COMENTO DEL BOCCACCI

e cani e uomini che di dietro il cacciano, alla sua posta, usano i cacciatori partirsi in diverse parti, e così divisi porsi in quelle parti della selva, donde stimano dover potere fuggendo passare quelle bestie le quali voglion pigliare; e questi cotali parti dove si pongono chiamano poste, e però colui, alla cui posta viene la bestia cacciata, se n’avvede perciò, Ch’ode le bestie, le cacciate e quelle che cacciano, e le frasche, cioè i rami e le frondi della selva, stormire, cioè far romore per lo stropiccio del porco, e de’ cani e de’cacciatori. Ed ecco, mentre essi stavano soprappresi dal romore, due dalla sinistra costa. Nudi e graffati, dice nudi, perciocchè non erano dalle cortecce degli alberi rivestiti, come eran quelle anime che rilegate erano in que’ bronchi; e graffiati dice, perciocchè di sopra è detto, quel bosco esser pieno di stecchi con tosco, e chi corre tra così fatte piante, non potendo attendere a riguardarsi, è di necessita che si graffi, fuggendo sì forte, cioè sì velocemente e con tanto impeto,

Che della selva rompieno ogni rosta,

e però erano graffiati: e questo vocabalo rosta usiam noi in cotali fraschette o ramicelli verdi d’alberi, con le quali la state cacciam le mosche. Quel dinanzi, supple gridava: ora accorri, accorri, morte, nelle quali parole dimostra o la gravezza della pena, o la grandezza della paura;

E l’altro, cui pareva tardar troppo,

cioè esser troppo lento nel suo fuggire per rispetto a colui che dinanzi a lui fuggiva, Gridava, dicendo: Lano, sì non furo accorte