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130 COMENTO DEL BOCCACCI

si spezzò, e sparseglisi il cerebro, uscito del luogo suo, e quivi cadde morto: per la quale disperazione l’autore, siccome contro a sè medesimo violento, il dimostra in questo cerchio esser dannato l’dice adunque così

Io son colui, che tenni ambo le chiavi

Del cuor di Federigo, imperadore: e vuole in queste parole dire, io son colui, il quale con le mie dimostrazioni feci dire sì e nò all’imperadore di qualunque cosa come io volli; perciocchè siccome le chiavi aprono e serrano i serrami, così io apriva il volere e ’l non volere dell’animo di Federigo; e però segue, e che le volsi

Serrando e disserrando, sì soavi,

cioè con tanto suo piacere e assentimento,

Che dal segreto suo quasi ogni uom tolsi,

in tanto gli erano accette le mie dimostrazioni: e questo detto vuol dimostrare, che meritamente avea ogni altro tolto dal segreto dell’imperadore, dicendo,

Fede portai al glorïoso ufizio,

cioè d’essere suo secretario, per la qual quasi si poteva dir lui essere imperadore,

Tanta, ch’io ne perdei il sonno e’ polsi,

Perdesi il sonno per l’assidue meditazioni, le quali costui vuol mostrare che avesse in pensar sempre a quello che onore e grandezza fosse del signor suo; e in ciò dimostrava singulare affezione e intera fede verso di lui: i polsi son quelle parti nel corpo nostro, nelle quali si comprendono le qualità de’ movimenti del cuore e in queste più e men correnti si dimo-