Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/132

124 COMENTO DEL BOCCACCI

ad aprirgli, donde quegli guai venivano dicendo, Io credo ch’ei credette, Virgilio, ch’io credesse, Che tante voci, dolorose, uscisser tra que’ bronchi,

Da gente che per noi si nascondesse:

Però disse il maestro. Qui comincia la terza parte della seconda principale di questo canto, nella quale Virgilio gli mostra, come da questa maraviglia si solva, e dice, Però disse il maestro: per lo credere che esso credesse ec. se tu tronchi

Qualche fraschetta d’una d’este piante,

Li pensier c’hai, cioè che quegli che traggono i guai i quali tu odi, sian gente che per noi si nasconda, si faran tutti monchi, cioè senza alcun valore, siccome è il membro monco, cioè invalido e impotente ad alcuna operazione. Allor. Qui comincia la quarta parte della parte seconda di questo canto, nella quale l’autore fa ciò che Virgilio gli dice, e però segue, Allor, mosso dal consiglio di Virgilio, porsi la mano un poco avante,

E colsi un ramucel da un gran pruno;

chiamal pruno, perciocchè era, come di sopra ha mostrato, pieno di stecchi; E ’l tronco suo, Qui comincia la quinta parte della parte seconda di questo canto, nella quale lo spirito schiantato si rammarica, e però dice, E ’l tronco suo, cioè quel pruno, donde colto avea, o ver troncato il ramucello: o secondochè spongono altri il tronco suo, cioè quella particella tronca da quel gran pruno, gridò: perchè mi schiante? E queste parole paiono assai dimostrare la parte schiantata essere quella che parlò, e non