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104 COMENTO DEL BOCCACCI

cupò e prese il regno di Macedonia, cacciatone Antigono re: poi avendo già levato l’animo a voler prendere il reame d’Asia e di Siria, avvenne che avendo assediata la citta d’Argo in Acaia, fu d’in su le mura della città percosso d’un sasso il quale l’uccise. Ora, come di sopra è detto, di qual di questi due l’autor si voglia dire non appare: ma io crederei che egli volesse piuttosto dire del primo, che di questo secondo; perciocchè il primo, come assai si può comprendere, per lo suo corseggiare e per l’altre sue opere, fu e crudelissimo omicida e rapacissimo predone: questo secondo, quantunque occupatore di regni fosse, e ogni suo studio avesse alle guerre, fu nondimeno, secondochè Giustino e altri scrivono, giustissimo signore ne’ suoi esercizii; e Sesto. Questi fu figliuolo di Pompeo Magno, ma male nell’opere fu simigliante a lui; perciocchè, poichè esso fu morto in Egitto, e Gneo Pompeo suo fratello fu morto in Ispagna; essendo già Giulio Cesare similmente stato ucciso, e Ottaviano Cesare insieme con Marco Antonio e con Marco Lepido avendo preso l’uficio del triumvirato, e molti nobili uomini proscritti, sentendo sè essere nel numero di quegli, raccolte le reliquie degli eserciti pompeiani, e ancora molti servi tolti dal servigio loro, e armate più navi, si diede come corsaro ad infestare il mare, e a prendere, e a rubare, e ad uccidere quanti poteva di quegli che delle sue parti non erano. E tenendo Cicilia e Sardigna, intrachiuse quasi sì il mare, che le opportune cose non potevano a Roma andare, di che egli la condusse a miserabil fame: col quale essendosi poi pacificati i