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SOPRA DANTE 97

cioè tutta quella parte del corpo che è di sopra al luogo ordinato in noi dalla natura per istanza del ventre e delle budella, la quale da quella è divisa da una pellicola, la quale ugualmente si muove da ogni parte, cioè dalla destra e dalla sinistra, e quivi si congiugne insieme, donde il cibo digesto discende alle parti inferiori: e chiamasi casso, perciocchè in quella parte ha assai del vacuo, il quale la natura ha riservato al battimento continuo del polmone, col quale egli attrae a sè l’aere, e mandalo similmente fuori; per la quale esalazione persevera la virtù vitale nel cuore: e puossi in queste parole, e ancora in alcune altre che seguono, comprendere, secondo il più e ’l meno avere violentemente ucciso o rubato, avere dalla divina giustizia più e meno pena in quel sangue bogliente: poi seguita, E di costoro, i quali eran tanto fuori del bollore, assai riconobb’io, ma pur non ne nomina alcuno. Così, procedendo noi, a più a più si facea basso, cioè con minor fondo, Quel sangue sì, in tanto, che copria pur li piedi, a quegli che dentro v’erano: E quivi, dove egli era così basso, fu del fosso, cioè di quel fiume, il nostro passo, cioè per quel luogo passammo in un bosco il quale nel seguente canto descrive. E passati che furono, Siccome tu da questa parte, dalla quale venuti siamo, vedi,

Lo bullicame, che sempre si scema,

tanto che come tu vedi non cuopre più su che i piedi, Disse ’l Centauro, voglio che tu credi, Che da quest’altra, parte lungo la quale noi non

com. di dante T. III. 7