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SOPRA DANTE 75

bri, mentrechè alquanto di sentimento hanno, si vergognano che que’ membri in aperto veduti sieno. Questi soli hanno posta giù ogni erubescenza, ogni fronte, ogni onesta, e tanto si lasciano al bestiale appetito, e a’ conforti del nemico dell’umana generazione sospignere, che non altrimenti col viso levato procedono, che se alcuna laudevole operazione avesser fatta o facessero. Allegano questi cotali, e in difesa del lor vituperevole costume, ragioni vie più vituperevoli che non è il costume medesimo, dicendo primieramente, noi seguiamo l’usanze dell’altre nazioni: così fanno gl’Inghilesi, così i Tedeschi, così i Franceschi e’ Provenzali: non s’avveggono i miseri, quello che essi in questa loro trascurata ragion confessino. Solevano gl’italiani, mentrechè le troppe delicatezze non gl’infermarono, dare le leggi, le fogge, e’ costumi e’ modi del vivere a tutto il mondo: nella qual cosa appariva la nostra nobilità, la nostra preeminenza, il dominio e la potenza: dove segue, se dalle nazioni strane, da quelle che furon vinte e soggiogate da noi, da quegli che furon nostri tributarii, nostri vassalli, nostri servi, dalle nazioni barbare, dalle quali alcuna umana vita non si servava, nè sapeva, nè saprebbon, se non quanto dagl’Italiani fu loro dimostrata (il che è assai chiaro), da loro riprendendo quel che dar solevamo, confessiamo d’essere noi i servi, d’esser coloro che viver non sappiamo se da loro non apprendiamo; e così d’aver loro per maggiori, e per più nobili e per più costumati. O miseri! non s’accorgono questi cotali, da quanta gran viltà d’animo proceda, che un Italiano seguiti i