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34 COMENTO DEL BOCCACCI

quel reame: laddove ella non dubitò di fare per interposita persona tentare Erode della sua dimestichezza, sperando, se a quella il potesse inducere, di dovergli sottrarre il reame di Siria. Di che accorgendosi Erode, per levare da dosso ad Antonio l’ignominia di costei diliberò d’ucciderla; ma dagli amici da ciò ritratto, donatole grandissimi doni, la lasciò tornare in Egitto: dove dopo alquanto ricevuto Antonio, il quale in fuga da’ Parti s’era tornato, essendo in lei l’ardor cresciuto del signoreggiare, fu di tanta presunzione, che ella li chiese l’imperio di Roma, e Antonio fu tanto bestiale che gliele promise. Ed essendo già alcuna cagione nata di guerra tra Antonio e Ottaviano, per l’avere egli repudiata Ottavia sua moglie e sirocchia d’Ottaviano, e presa per moglie Cleopatra, prepararono una grande armata navale, ornata con vele di porpore, e con altri assai arredi preziosissimi, su montativi n’andarono in Epiro: dove venuto già Ottaviano, e avendo combattuto in terra, e vinta la gente di Antonio, si recarono a volere provare la fortuna del mare; nella quale parendo già Ottaviano dovere vincere, prima a tutti gli altri fuggì Cleopatra, la cui nave aveva la vela d’oro, e lei seguitarono sessanta delle sue navi; la quale incontanente Antonio, gittati via della sua nave tutti gli ornamenti pretoriani, seguitò: e pervenuti in Alessandria, e ogni sforzo fatto a dover resistere ad Ottaviano, lui vegnente aspettarono. Il quale avendo molto le lor forze diminuite, domandò Antonio le condizioni della pace, le quali non potendo avere, disperatosi entrò nel luogo dove erano