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SOPRA DANTE 291

ciascuno che ad esse si lascia sospignere. Sono queste medesime, come detto è, appo gl’iddii, cioè appo gli eccelsi e grandi uomini, chiamate Dire, cioè crudeli, dalla crudeltà la quale essi siccome potenti per ogni menoma perturbazione usano ne’ minori: e sono ancora chiamate uccelli dalla velocità del furore, perciocchè velocissimamente da ogni piccola perturbazione ci commuovono, e fannoci dalla mansuetudine trascorrere nel furore. Arpie son chiamate quasi rapaci; e perciocchè gli uomini di mare, e quegli ancora che alle marine abitano, con tanto fervore prorompono alla preda, che in cosa alcuna da’ superiori discordanti non paiono. Gli ufici loro attribuiti, perciocchè assai per le molte cose dimostrate di loro, e ancora per i versi medesimi che gli descrivono, si possono comprendere, senza altramenti aprirgli trapasseremo; e così ancora gli abiti loro orribili. E possiamo per tante cose comprendere l’animo, nel quale le perturbazioni sono, e per conscguente tanti e sì orribili commovimenti, quanti hanno a suscitare e a conservare, e ancora ad accrescere li mal regolati appetiti, non potere in quello trovare alcun luogo amore, nè carità di Dio o di prossimo, o virtuoso pensiero; e per questo, siccome in luogo freddissimo e terreo, essere ogni attitudine e opportuna disposizione a doversi creare e imprimere il ghiaccio e la durezza dell’ostinazione: e per questo artificiosamente fingere l’autore queste furie gridare, acciocchè in lui, posto nel luogo dove ha la tristizia di Stige e il furor degl’iracundi contemplato, possano col romore loro mettere con paura perturba-