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276 COMENTO DEL BOCCACCI

vuole seppellire alcuno corpo morto, fiamme erano sparte,

Per le quali eran sì del tutto accesi,

quelli avelli, Che ferro più, acceso, cioè rovente, non chiede verun’arte, la quale di ferro lavori, il quale lavorare non si può, nè riducere in quella forma la quale altri vuole, se egli non è molto rovente. Tutti li lor coperchi, di quelle arche, eran sospesi, cioè levati in alto,

E fuor n’uscivan sì duri lamenti,

per lo greve martiro, fatti da’ miseri che dentro vi giaceano,

Che ben parean di miseri, e d’offesi.

E però l’autore si mosse a domandar Virgilio, dicendo,

Ed io: maestro, quai son quelle genti,
Che seppellite dentro da quell’arche,

cioè affocate,

Si fan sentir con gli sospir dolenti?

la qual cosa dice 1’autore, perciocchè veder non si lasciano, o non si possono.

Ed egli a me: qui son gli eresiarche,

eresiarce si chiamano i principi dell’eretica pravità, e dicesi questo nome ab heresis, et arces, quod est princeps: quasi principe d’eresi. Eresi secondochè dice Papia, son quegli i quali di Dio, o delle creature, o di Cristo e della chiesa diversamente sentono: e così avendo conceputa alcuna perfidia di nuovo errore, quella pertinacissimamente difendono: e di questi dopo la resurrezione di Cristo furono molti che diversamente opinarono, e perversamente cre-