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SOPRA DANTE 269

in luce. E come esso medesimo dice, Lachesis vìen tanto a dire, quanto pertrazione o vero sorte; perciocchè quello che Cloto ha composto, e chiamato fuori in luce, Lachesis l’ha a ricevere e trarlo avanti nella vita. Atropos è detta ab à, quod est sine, e tropos, quod est conversio, cioè senza conversione; perciocchè ogni cosa la quale nasce, incontanente che ella è pervenuta al termine postole, è di necessità che ella caggia nelle mani della morte, dalla quale per opera naturale niuna conversione è in dietro. E Apuleio Madaurense, filosofo di non piccola autorità, del significato de’ nomi e dell’opere di queste tre fate, in quel libro il quale egli compose, e chiama Cosmografia, scrive così: Sed tria Fata sunt, numerus, cum ratione temporis faciens, si potestatem earum ad ejusdem similitudinem temporis referas: nam quod in fuso perfectum est, praeteriti temporis habet speciem; et quod torquetur in digitis, momenti praesentis indicat spatia; et quod nondum ex colo tractum est, subactumque cura digitorum, id futuri, et consequentis saeculi posteriora videtur ostendere: haec illis conditio ex nominum eourumdem proprietate contingit, ut sit Atropos praeteriti temporis Fatum, quod ne Deus quidem faciet infectum. Futuri temporis Lachesis, a fine cognominata, quod et illis, quae futura sunt, finem suum Deus dederit. Clotho praesentis temporis habet curam, ut ipsis actionibus suadeat, ne cura solers rebus omnibus desit, etc. Son di quegli che vogliono, che Lachesis, come altra volta è detto, sia quella cosa la qual noi