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256 COMENTO DEL BOCCACCI

dere del cielo empireo, il quale con la sua ampiezza contiene ciascun altro cielo:

Ben so il caminin: però ti fa’ sicuro,

Vuol qui l’autor mostrare per questa istoria da Virgilio raccontata, l’abbia Virgilio voluto mettere in buona e sicura speranza di sè, della qual per paura pareva caduto; e oltre a questo, acciocchè l’aspettare ciò che esso Virgilio aspettava non paia grave all’autore, e per quello accresca la sua paura, continua Virgilio il suo ragionamento dicendo: Questa palude, di Stige, che ’l gran puzzo spira, cioè esala; e in questo dimostra la natura universale de’ paludi, i quali tutti putono per l’acqua, la quale in essi per lo star ferma si corrompe, e corrotta pute; e così faceva quella, e tanto più quanto non avea aere scoperto, nel quale il puzzo si dilatasse e divenisse minore,

Cinge d’intorno la città dolente,

cioè Dite, piena di dolore: e dice d’intorno, onde si dee comprendere, le mura di questa città tanto di circuito prendere, quanto in quella parte ha di giro la ritonda forma dell’inferno, la quale come più volte di sopra è detto, è fatta come un baratro; e così stando, può essere intorniata dalla detta palude; perciocchè non sarà il luogo pendente, ma eguale, e così vi sì può l’acqua del palude menare intorno,

U’ non potemo entrare omai senz’ira,

di coloro i quali contrariare n’hanno voluta l’entrata. E altro disse; Qui comincia la seconda parte del presente canto, nella quale descrive come sopra le