Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/251


SOPRA DANTE 247

alcuna cosa che quasi nel precedente non sia stata allegorizzata, e però alcuna breve cosetta che ci è, in poche parole si spediranno. Dicono adunque alcuni, le due torri le quali 1’autore scrive essere in questo quinto cerchio, e le fiamme su fattevi, avere a dimostrare il trascendimento della furia degl’iracundi, il quale trasva sopra ogni debito di ragione: e vogliono le tre fiamme fatte sopr’esse, avere a dimostrare le tre spezie degl’iracundi descritte nel canto precedente: ma questo senso non mi sodisfa, anzi credo, e le torri e le fiamme, semplicemente essere state descritte dall’autore a continuazione del suo poema; perocchè qui pareva essere di necessità porre alcuna cosa, per la quale segno si desse a Flegias, che, dovechè si fosse, venisse a dovere i due venuti a riva a passare all’altra riva, siccome subitamente venne e perciò intorno ad esse più non mi pare da por parole. Per Flegias, i cui costumi descritti sono poco avanti, assai ben si può comprendere, l’autore intendere il vizio dell’iracundia, i cui effetti quanto più possono, son conformi a’costumi del detto Flegias; e benchè la pena datagli da Apolline, secondo Virgilio, non sia corrispondente a questo vizio, non perciò toglie che qui per lo detto vizio attamente porre non si possa; conciosiacosachè Virgilio, dove descrive la pena postagli da Apolline, abbia ad alcuna sua operazione rispetto, e non a quella per la quale l’autore vuol qui che egli significhi l’iracundia: e se contro a Virgilio s’osasse dire, io direi che in questa parte l’autore avesse avuta assai più conveniente considerazione di lui. Il navicar