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230 COMENTO DEL BOCCACCI

re: e vogliono alcuni questa spezie di piagnere, esser quella che fanno le femmine quando gridando piangono: e però dicendo l’autore a questa anima, che con piagnere e con lutto si rimanga, non fa alcuna inculcazione di parole come alcuni stimano, apparendo che le spezie dei pianto sieno intra sè diverse; segue adunque,

Spirito maladetto, ti rimani,

in questo tormento,

Ch’io ti conosco, ancor sii lordo tutto.

Questo gli dice l’autore, perciocchè esso da lui domandato chi el fosse, non l’avea voluto dire. Allora stese al legno, quella anima, ambe le mani: e questo si dee credere quella anima aver fatto siccome iracundo, il quale per vaghezza di vendetta avrebbe voluto offendere e noiare, se potuto avesse, l’autore, perciocchè ingiurioso si reputava l’autore aver detto di conoscerlo, quantunque egli fosse tutto fangoso: Perchè il maestro accorto, della intenzione di quest’anima adirata, lo sospinse, cioè il rimosse dalla barca,

Dicendo: via costà con gli altri cani,

de’ quali, adirati e commossi, è usanza di stracciarsi le pelli co’ denti, come quivi dice si stracciavano gl’iracundi. Lo collo poi. Qui comincia la seconda particella della seconda parte principale, nella quale Virgilio fa festa all’autore, perciocchè ha avuto in dispregio lo spirito fangoso: e mostra in questa particella l’autore una spezie d’ira la quale non solamente non è peccato ad averla, ma è merito a saperla usare: la qual virtù, cioè sapere usare questa