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SOPRA DANTE 19

poco tempo si risolve tutto. Questo adunque mi pare che l’autor voglia sentire per questa bufera: e benchè nella concavità della terra questo vento causar non si possa, deesi intendere in questo luogo non causato, ma per divina giustizia esser posto e ordinato perpetuo. Dice adunque, che mai non resta, di soffiare, come fa quello che quassù si genera. Mena gli spirti, dannati, con la sua rapina, cioè col suo rapinoso movimento, Voltando e percotendo: per questi effetti si può comprendere, questa bufera essere quel vento che detto è, cioè enaphias: gli molesta, cioè gli tormenta. E in questo che qui è dimostrato, si può comprendere qual sia il supplicio dato all’anime, le quali in questo cerchio per li lor meriti ricevon pena. Le quali anime, così menate e percosse insieme da questo impetuoso e forte vento, Quando giungon, mandate da Minos, davanti alla ruina, che dall’impeto di questo vento procede. Quivi le strida, comincian grandissime, col pianto, e ’l lamento, de’ miseri.

Bestemmian quivi la virtù divina.

In questo bestemmiare si dimostra la quantità grandissima e acerba dell’afflizion de’ dolenti che questo tormento ricevono, la quale a tanta ira gli commuove che essi bestemmiano Iddio.

Intesi, ch’ a così fatto tormento.

Qui, poichè l’autore ha posta la qualità del tormento, dichiara quali sieno i peccatori a’ quali questo tormento è dato, e dice che intese, da Virgilio si dee credere, che a così fatto tormento, come disegnato è,