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216 | COMENTO DEL BOCCACCI |
sotto l’onde, acciocchè si comprenda loro nella presente vita, non essere per alcuna loro operazione stati conosciuti. L’essere la palude nebulosa e fumosa, che vogliam dire, è a dimostrare la caligine della ignoranza, della quale furono offuscati gli occhi dello intelletto loro, i quali mai riguardar non vollono, sè essere uomini nati ad esercizio laudevole, e non a detestabile ozio. L’avere la strozza piena di fango, e gorgogliare, in quali cose il lor misero adoperare si faticasse, il quale in alcuna altra cosa non si distese, se non in pensieri, e in meditazioni malinconiche, le quali sono di natura terree; e siccome grosse e fastidiose, hanno ad oppilare i meati della chiarezza del suono della laudevole fama, della quale niente curano gli accidiosi.
CAPITOLO OTTAVO
Io dico seguitando, ch’assai prima ec.
Continuasi l’autore in questo canto alle cose precedenti in questa forma, che avendo nella fine del precedente canto mostrato, come alquanto aggirata della palude di Stige pervenissero a pie d’una torre; nel principio di questo dimostra quello che avanti al piè della torre pervenissero vedessero, descrivendo poi quella che di ciò che videro seguisse: e intende l’autore dimostrare in questo, come trasportati da Flegias dimonio