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SOPRA DANTE 211

avere al sospignerci ad esser ne’ tempi debiti in continuo esercizio, il riguardare la bruna schiera delle formiche, piccolssimi animali, nel tempo estivo, le quali, se noi ogni cosa vorremo attendere, senza avere nè astrologo o altro maestro, senza vedere albero o prato fiorito, senza salire in alcun luogo rilevato a considerare se incerate son le biade ne’ campi, o altra qualità di tempo, come talvolta fanno i naviganti, dentro dalla sua cava standosi, cognosce quando la state ne viene, e quando sono le semente mature, e in quali contrade si rlcolgano; e allora purgata la via, e aperta l’uscita della sua cava, la quale per ventura le piove del verno e’ piedi degli animali aveano riturata, a piena schiera tutte escon fuori, e senza guida alcuna, tutte si dirizzano all’aie, dove i lavoratori le biade segate ragunano, e battono e mondano, e a’ granai, ne’ quali quelle ripongono, e a qualunque altro luogo per i campi fosser per ventura ristrette: e quivi ottimamente dalla lor natura ammaestrate, discernendo dalla paglia le granella, quello che possono prendono; e volti i passi loro, sollecitamente, senza aver chi le stimoli o solleciti altri che sè medesime, eoa quel che preso hanno ritornano alla lor tana; e quello salvamente riposto, senza alcuna intermissione, quanto il sole sta sopra la terra, ritornano al cominciato ufìcio: nè son contente d’un sol dì essersi faticate, ma mentre il caldo dura, ciascuna mattina col sole levandosi ritornano al loro esercizio; mostrando assai bene in quello essere a loro manifesto, quello nel verno non potere operarsi, sì per le piove continue, e si perchè quello che la state trovano in