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SOPRA DANTE 209

essendo stato Menalippo nel mezzo della battaglia preso, e menato dinanzi da lui, al quale poca vita restava, come un cane rabbiosamente co’ denti gli si gittò addosso, e in questo bestiale atto, più che umano, morì egli e uccise il nemico. L’essere in quella palude fitti, la qual dice calda, nera e nebulosa, e piena di loto, assai ben si può comprendere la tristizia esser causativa dell’ira, perciocchè se quelle cose che avvengono, delle quali l’uomo s’adira, se esse non ci contristassono, senza dubbio noi non ci adireremmo, e così per l’essere contristati ci adiriamo: e perciò, acciocchè i miseri iracundi sleno nel vizio loro medesimo puniti e afflitti, e per quello senza pro’ riconoscano sè dovere avere con pazienza schifata la tristizia, donde la loro ira nacque; in questa palude di Stige, la quale è interpetrata tristizia, demersi bollono, e in continua ira, in danno di sè medesimi, come dimostrato è, s’accendono. L’essere la palude calda, e nera e nebulosa, ne può assai ben dimostrare le tre qualità degl’iracundi, delle quali di sopra è detto; intendendo per la caldezza del pantano la qualità degl’iracundi, la qual dissi subitamente accendersi, e cioè procedere dall’umor collerico, il quale è caldo e secco: per la nebula del palude possiamo intendere l’altra qualità degl’iracundi, la qual dissi lungamente servare l’ira accolta, ma poi per lunghezza di tempo a poco a poco risolversi, siccome veggiamo che le nebule de’ pantani, state quasi salde e intere per buona parte del dì, pure alla fine si risolvono e tornano in niente. La terza qualità degl’iracundi, i quali dissi non sola-

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