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198 COMENTO DEL BOCCACCI

sti peccatori, è da vedere come sia conforme al peccato. Come detto è, tutta la sollecitudine dell’avaro è in ragunare, e in tenere il ragunato, e in guardarlo più che non si conviene, e quella del prodigo è in procurare con ogni studio d’avere, e di male spendere quello che aver puote; e però assai convenevolmente pare, che dalla divina giustizia puniti sieno nel continuo volgere gravissimi pesi col petto, e con quegli l’avaro e ’l prodigo amaramente urlarsi e percuotersi insieme: per lo quale atto è da intendere, che come in questa vita, senza darsi alcun riposo, a diversi e contrarii fini faticarono, satisfacendo all’appetito loro, e in quello sentendo dannosa dilettazione, così in inferno perduti, per grande alflizion di loro, son posti in continuo esercizio di volgere col petto pesi che sien loro faticosi e noiosi; e con quegli, come a diversi fini vivendo affaticarono diverse opinioni seguendo, così l’uno incontro all’altro facendosi, si percuotino e molestino, in lor maggior dolore la loro viziosa vita con ontoso verso si rimproverano: e acciocchè nel tormento loro si dimostri, essi mai nella presente vita alcuna quiete non avere avuta, nè doverla in quella sperare, vuole la giustizia che il loro discorrimento a tanta noia sia circolare. Appresso l’essere queste due spezie di vizio poste sotto la giurisdizione di Plutone, si dee credere non esser fatto senza ragione. Io vi mostrai di sopra, questo Plutone essere disegnato per lo padre delle ricchezze, e quello che la sua città, la corte, i circunstanti, il carro, lo sterile matrimonio e il can Tricerbero era da intendere; le quali sono cose tutte