Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/180

176 COMENTO DEL BOCCACCI

hanno gli avari nel ragunar le ricchezze, e ancora le paure dì perderle, dalle quali sono infestati coloro i quali con aperta gola intendono sempre a ragunare le ricchezze; e per lo carro dobbiamo considerare le circuizioni e i ravvolgimenti per lo mondo, ora in questo e ora in quel paese discorrendo, che fanno coloro i quali e tirati e sospinti sono dal desiderio di divenir ricchi: e l’essere il detto carro sopra tre ruote tirato, nulla altra cosa credo significhi, se non la fatica, il pericolo e la incertitudine delle cose future, nelle quali coloro che vanno dattorno continuamente sono: e così i cavalli tiranti questo carro, dicono esser tre, a dimostrarne i tre accidenti, i quali in questi cotali attornianti il mondo per arricchire par che sieno. Chiamasi adunque il cavallo primo Meteo, il quale è interpetrato oscuro, per lo quale s’intende l’oscura, cioè stolta deliberazione d’acquistare quello che non è di bisogno, dalla quale il cupido senza riguardare il fine si lascia tirare. Il secondo cavallo è chiamato Abastro, il quale tanto viene a dire quanto nero, acciocchè per questo si conosca il dolore e la tristizia de’ discorrenti, i quali spessissime volte si trovano in cose ambigue, e in evidenti pericoli, e in paure grandissime. Il caval terzo è nominato Novio, il quale tanto vuol dire quanto cosa tiepida, acciocchè per lui cognosciamo, che per la paura de’ pericoli, e ancora pe’ casi sopravvegnenti, cade la speranza di coloro che ferventissimamente desiderano d’acquistare, e cosi intiepidisce l’ardore il quale allora stoltamente gli confortava. Il maritaggio di Proserpina, la quale