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SOPRA DANTE 169

Ed anco vo’ che tu per certo credi,

Che sotto l’acqua, di questa palude, ha gente che sospira, cioè che si duole, E, sospirando, fanno pullular quest’acqua al summo, noi diciamo nell’acqua pullulare quelle gallozzole o bollori, le quali noi veggiamo fare all’acqua, o per aere che vi sia sotto racchiusa, e esca fuori, o per acqua che di sotterra vi surga, Come l’occhio, cioè il viso, ti dice u’ che s’aggira: e così mostra in queste parole, la palude esser piena di questi bollori, e per conseguente dovere essere molta la gente la quale sotto l’acqua sospirava o si doleva. Fitti nel limo, limo è quella spezie di terra, la qual suole lasciare alle rive de’ fìumi l’acqua torbida, quando il fiume viene scemando, la qual noi volgarmente chiamiamo belletta: e di questa maniera sono quasi tutti i fondi de’ paludi: dice adunque, che in questa belletta nel fondo del palude sono fitti i peccatori i quali, dicon: tristi fummo

Nell’aer dolce, che del sol s’allegra,

cioè si fa bella e chiara, Portando dentro, nel petto nostro, accidïoso fummo, cioè il vizio dell’accidia, il quale tiene gli uomini così intenebrati e oscuri, come il fummo tiene quelle parti nelle quali egli si ravvolge: poi segue: e perciocchè noi fummo tristi nell’aer dolce, qui Or ci attristiam, cioè piagnamo e dogliamci, nella belletta negra, in quel fango di quella palude, l’acqua della quale è di sopra mostrata essere nera, e perciò conviene che la belletta sia negra altresì, in quanto ella suole sempre avere il color dell’acqua sotto la quale ella sta, e che la