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SOPRA DANTE 9

che il vincltor fosse ne’ giuochi palestrici, li quali in anniversario d’Androgeo avea constituiti. Ma in questo mezzo tempo che esso gli Ateniesi guerreggiava avvenne, e per l’ira conceputa da Giove contro a Minos, e per l’odio il quale Venere portava a tutta la schiatta del Sole, il quale il suo adulterio e di Marte aveva fatto palese, che Pasife s’innamorò del bel toro, il quale Minos s’aveva riservato, senza averlo sacrificato al padre che mandato gliele avea; e per opera ed ingegno di Dedalo giacque con lui, in una vacca di legno contraffatta ad una della quale il toro mostrava tra l’altre di dilettarsi molto: e di lui concepette, e poi partorì una creatura, la quale era mezzo uomo e mezzo toro. Della quale ignominia fu fieramente contaminata la gloria della vittoria acquistata da Minos: nondimeno esso fece prendere Dedalo ed Icaro suo figliuolo, e fecegli rinchiudere nella prigione del Laberinto, la quale Dedalo medesimo aveva fatta. E questo Laberinto non fu fatto come disegnato l’abbiamo, cioè di cerchi, e di ravvolgimenti di mura, per li quali andando senza volgersi, infallibilmente si pervenia nel mezzo; e così tornando senza volgersi, se ne sarebbe l’uomo senza dubbio uscito fuori; ma egli fu, e ancora è, un monte tutto dentro cavato, e tutto fatto ad abituri quadri, a modo che camere, e ciascuna di queste camere ha quattro usci, in ciascuna faccia uno, i quali vanno a ciascuno in camere simiglianti a queste, e così poco si puote avanti andare, che l’uomo vi si smarrisce entro senza saperne fuori uscire, se per avventura non è1.

  1. Pare che vi sia lacuna.