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108 COMENTO DEL BOCCACCI

Aldobrandi, che fur sì degni, d’onore, quanto è al giudicio de’ volgari, i quali sempre secondo l’apparenza delle cose esteriori giudicano, senza guardare quello onde si muovono, o che importino, Jacopo Rusticucci, Arrigo, Giandonati, e ’l Mosca, de’ Lamberti: furono questi cinque onorevoli e famosi cittadini di Firenze; e perchè i loro nomi paion degni di fama, di loro in singularità domanda l’autore; domandando poi in generalità degli altri, E gli altri, nostri cittadini, che ’n ben far, corteseggiando e onorando altrui, non a ben fare secondo Iddio, poser gl’ingegni, cioè ogni loro avvedimento e sollecitudine, Dimmi, se tu il sai, ove sono, se son qui con teco, o se sono in altra parte, e fa’, ch’io gli conosca, quasi voglia dire, io non gli riconoscerei veggendogli, se non come io non riconosceva te, tanto il brutto tormento nel quale se’ gli dee aver trasmutati;

Che gran disio mi stringe di sapere

Se ’l ciel gli addolcia, cioè con dolcezza consola, o lo ’nferno gli attosca, cioè riempie d’amaritudine e di tormento. E quegli, supple rispose: ei son, coloro de’ quali tu domandi, tra l’anime più nere'. Creò Domeneddio Lucifero, splendido, chiaro, e bello più che altra creatura, ma egli per superbia peccando, divenne oscuro e tenebroso: e così producendo noi puri e perfetti, infino a tanto che noi non pecchiamo, nella chiarità della purità dimoriamo; ma tantosto, che noi pecchiamo, incomincia, partitasi la purità, quella chiarità che avevamo a divenire oscura, e quanto più pecchiamo,