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SOPRA DANTE 7

questo cerchio, Minos gli spaventa ringhiando in quanto dice,

Stavvi Minos orribilmente, e ringhia:

e così ancora ne’ cerchi seguenti troveremo. Dice adunque, Stavvi Minos, cioè in su l’entrata di quel cerchio secondo. Questo Minos, dicono i poeti, che egli fu figliuolo di Giove e di Europa, e ciò essere in tal maniera avvenuto; che essendo Europa figliuola d’Agenore re de’ Fenici, i quali abitarono il lito della Soria, e fu la loro città principale Tiro, piaciuta a Giove Cretese, e con operazioni di Mercurio, secondochè da Giove gli è stato imposto fosse fatto, che questa vergine, avendo egli gli armenti reali dalle pasture della montagna volti e condotti alla marina, seguiti gli avesse: quivi essendosi Giove trasformato in un tauro bianchissimo e bello, e mescolatosi tra gli armenti reali, tanto benigno e mansueto si mostrò a questa vergine, che essa prendendo della sua mansuetudine primieramente 1 piacere, prese ardire di toccarlo con la mano, e pigliarlo per le corna, e menarselo appresso. Poi cresciuto l’ardire in lei, dal desiderio tratta vi montò su: la qual cosa sentendo Giove, soavemente portandola, a poco a poco si cominciò a recare in su il lito del mare; e quando tempo gli parve, si gittò in alto mare: di che la vergine paurosa di non cader nell’acqua, attenendosi forte alle corna, quanto più poteva lo strigneva con le ginocchia: e in questa guisa notando il toro, da quello lito di Soria ne la portò infino in Creti: e quivi ri-

  1. Manca nel testo la voce piacere.