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SOPRA DANTE 97

volendo per questo mostrare, lui non essere stato di questo vizio maculato, ma pure alcuna volta essere stato da lui per appetito incitato, e perciò non pena, ma alcuna compassione in rimessione del suo non pieno peccato ne dimostra; e però segue: Ma dimmi, se tu sai, a che, fine, verranno I cittadin, cioè i Fiorentini, della città partita; perocchè in que’ tempi Firenze era tutta divisa in due sette, delle quali l’una si chiamava bianchi, e l’altra neri; ed era caporale della setta de’ bianchi messer Vieri de’ Cerchi, e di quella de’ neri messer Corso Donati: ed era questa maladizione venuta da Pistoia, ove nata era in una medesima famiglia chiamata Cancellieri; e dimmi, S’alcun v’e giusto, nella città partita, il quale riguardi al ben comune, e non alla singularità d’alcuna setta; e dimmi la cagione.

Perche l’ha tanta discordia assalita.

Domandalo adunque l’autore di tre cose, alle quali Ciacco secondo l’ordine della domanda successivamente risponde. Ed egli a me, supple, rispose alla prima, dopo lunga tencione, cioè dopo riotta di parole, Verranno al sangue, cioè fedirannosi e ucciderannosi insieme; il che poco appresso addivenne; perciocchè andando per la terra alcuni delle dette sette1, tutti andavano bene accompagnati e a riguardo: e così avvenne, che la sera di calen di maggio 1300, facendosi in su la piazza di santa Trinità un gran ballo di donne, che giovani dell’una setta

In questo luogo il copiatore del Manoscritto scrive in margine: qui puoi vedere che l’autore (Dante) cominciò questo libro all’entrata dell’anno di Cristo 1300.

  1. In questo luogo il copiatore del Manoscritto scrive in margine: qui puoi vedere che l’autore (Dante) cominciò questo libro all’entrata dell’anno di Cristo 1300.
com. di dante T. I. 7